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La Sala delle Vedute
Sala delle Vedute

La Sala delle Vedute

Maestoso ambiente di rappresentanza arricchito da un ciclo pittorico unico
Al centro del castello di Spezzano di particolare pregio è la  Sala delle Vedute  (Salla de Stati), affrescata intorno al 1596 da Cesare Baglione.
Sul finire del Cinquecento, Marco III Pio (1567-1599), l'ultimo, irrequieto, signore dello stato autonomo di Sassuolo, fa dipingere, presumibilmente tra il 1595 e il 1596, nella sala maggiore del castello di Spezzano, il ritratto dei luoghi salienti del proprio dominio: una sequenza di ben 56 vedute che arriva a proporre gli angoli più minuti del suo feudo, composto dai possedimenti modenesi e da quelli in Sabina, ricevuti, nel 1595, come debito dotale della moglie Clelia Farnese, sposata a Palazzo Farnese a Caprarola (Viterbo), il 2 agosto 1587.
Sala delle Vedute
La grande sala viene così decorata da Cesare Baglione, pittore di corte dei Farnese, esponente del manierismo bolognese, specializzato nel paesaggio, con un ciclo pittorico finalizzato a celebrare la potenza dei Pio di Savoia attraverso la rappresentazione di castelli, paesi e borgate, dalla pianura alla montagna, appartenenti allo Stato dei Pio, suddiviso in cinque podesterie: Sassuolo, Spezzano, Formigine, Brandola, e Soliera. Il ciclo di affreschi, a carattere geo iconografico e paesistico, si concludeva nella volta della sala con la raffigurazione di una donna incoronata, personificazione della Pietas, recante lo scudo inquartato dei Pio e il motto "Pia Soboles", la dinastia Pia.
I restauri, effettuati a metà Ottocento, portarono alla soppressione delle pitture della volta, alla cancellazione dello scudo dei Pio, che ancora si intravede sotto la raffigurazione di Spezzano. A metà tra pittura e cartografia, le raffigurazioni sono preziose testimonianze storiche e offrono la possibilità di cogliere le caratteristiche delle strutture urbane ed extraurbane delle singole località.

Per approfondire

Lo stato dipinto. La Sala delle Vedute nel Castello di Spezzano, a cura di Francesco Ceccarelli e Maria Teresa Sambin de Norcen, Marsilio 2011